La nuova legge riguardante i controlli sulla caldaia ha stravolto tutto, con il Governo che ha deciso per le ispezioni da remoto, ma restano le falle.
Cambiano le leggi riguardanti i controlli da effettuare periodicamente sulle caldaie di casa, con il Governo che, a quanto pare, avrebbe preso una decisione rivoluzionaria ma che solleva alcuni dubbi sulla sua effettiva applicazione. Arriva un nuovo ipotetico standard di controllo sulle caldaie, da effettuare ogni quattro anni, ma artigiani e territori evidenziano le falle di tale sistema.

Il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, proprio in questi giorni, starebbe ritoccando le normative riguardanti i controlli sulle caldaie e sugli impianti termici di abitazioni, esercizi commerciali e uffici. Il testo è ancora in bozza, dovrà essere approvato a breve, ma potrebbe avere effetti importanti su milioni di famiglie e di cittadini. Cosa prevede?
Il nuovo testo relativo ai controlli sugli impianti termici: cambiano le regole
Svolta per le caldaie a gas sotto i 70 kilowatt e di nuova generazione, con i controlli che non saranno più affidati ai tecnici, chiamati a intervenire direttamente sul posto, ma saranno effettuati soltanto da remoto. Una comodità, perché non occorre prendere appuntamento e far intervenire il tecnico direttamente a casa. Il tutto sarà monitorato facilmente online.
Secondo le stime, sul nostro territorio sono installate oltre 20 milioni di caldaie a gas sotto i 70kW, se 13 milioni sono impianti di nuova generazioni, circa 7 milioni sono caldaie vecchie, con oltre 15 anni di servizio. La verifica, secondo le nuove indicazioni, non sarà più effettuata fisicamente ma da remoto, a distanza. Una normativa che che solleva diversi dubbi da parte dell’Unione Artigiani.

Il nuovo standard nazionale prevede l’intervento ogni quattro anni e a distanza, tuttavia, ogni Regione e ogni Comune possono intervenire in tempi diversi, a seconda delle esigenze e delle richieste, ottenendo l’autorizzazione del Ministero. Monitorando da remoto gli impianti termici, si possono abbattere le emissioni inquinanti nelle aree urbane, migliorando la qualità dell’aria. Ma cos’è che non convince?
Ispezioni sulle caldaie a gas a distanza per migliorare la qualità dell’aria, ma la normativa che non convince
Monitorando a distanza gli impianti di una città, è possibile gestire le emissioni inquinanti e ridurle, verificando in tempo reale eventuali difetti o problematiche nelle case dei cittadini. Inoltre, si monitora il rendimento energetico effettivo, migliorando la sicurezza e aiutando a ridurre i consumi dell’energia.
Eppure, nonostante i numerosi pro, l’Unione Artigiani spiega che, eliminando gli interventi dei tecnici sul posto, è impossibile intervenire nel dettaglio e risolvere un problema specifico, che magari varia di casa in casa e da impianto a impianto.

Inoltre, gestire tutto da remoto e dando uno sguardo generale, comporta un maggiore rischio sulla sicurezza, sottovalutando i rischi del gas, con gli impianti che ancora oggi generano troppi incidenti. Solo negli ultimi anni ci sono stati migliaia di incidenti legati a caldaie a gas difettose o poco efficienti, e centinaia di morti.
Dunque, per Unione Artigiani, vanno bene i controlli da remoto, ma occorre anche mantenere i controlli fisici da parte dei tecnici delle caldaie, gli unici che possono andare nel dettaglio e riuscire a risolvere il singolo problema. Il testo, così come redatto, non andrebbe bene e necessiterebbe di una correzione.





